B. ROTA, Egloghe pescatorie
Di volta in volta citato come protagonista della stagione del petrarchismo in Napoli o dell’avvento del manierismo, il Rota (1509 – 1575) è, al di là delle formule, una personalità poetica di rilievo: la sua opera più significativa è costituita dalle quattordici egloghe pescatorie, egloghe di un tipo particolare nell’ambito della bucolica, che ai tradizionali pastori d’Arcadia sostituisce i pescatori di Mergellina. L’invenzione risale alle piscatoriae latine del Sannazaro, al Rota se ne deve la ripresa in volgare. È un genere di chiara ascendenza partenopea, che nei toni di popolaresca e sensuosa vitalità trova i suoi momenti migliori: vi trascorrono i giardini delle ville di Chiaia, i borghi e i lidi del golfo di Napoli, con le sue isole, Ischia, Nisida, Procida, che animandosi assumono i connotati di ninfe marine e dèi fluviali.