I. MEDICI – L. MARTELLI, Eneide II e IV

Ritratto di Ippolito de’ Medici di mano di Tiziano. Palazzo Pitti.

Alla fine del secondo decennio del Cinquecento, nel pieno della sperimentazione del verso sciolto volgare a imitazione dell’esametro epico, due giovani fiorentini, Ippolito de’ Medici e Lodovico Martelli, traducono due fra i libri più celebri dell’Eneide virgiliana, il II e il IV. E quanto al primo di tali autori, si tratta di personaggio importante nella storia italiana, vilipeso e incompreso dalla storiografia ottocentesca nonché da quella più recente, del quale viene qui riscritta la biografia e restituitogli il diritto a una fama più veritiera e equiparata ai suoi meriti. Le due traduzioni sono edite nella versione tràdita dal ms. casanatense 897, migliore e più completa di quelle andate a stampa nel corso del Cinquecento. Il volume riscrive così un capitolo importante nella storia della fortuna del capolavoro virgiliano e offre alla lettura prove poetiche di indubbio valore.


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