G. D. CUCCHETTI – C. CREMONINI, Favole (La Pazzia – Pompe funebri)

liuto

suonatore di liuto, protagonista de La pazzia

Il terzo volume della collana dedicato alla favola pastorale presenta due opere che nei decenni immediatamente successivi alla composizione dell’Aminta tassiana ne ripropongono lo spirito, quella celebrazione della legge di natura, “S’ei piace, ei lice”, che trascorrerà come una linfa vitale nella cultura europea, dal Seicento libertino al Settecento illuminista. Le due favole qui edite sono fra loro assai diverse, pur nell’impianto comune: La pazzia, opera di uno sconosciuto che si professa non letterato, ha invenzioni originali e presuppone nel suo svolgimento uno spettacolo che si regge grazie al supporto dell’accompagnamento musicale, intuibile ma del quale non si hanno notizie; Le pompe funebri sono di tono letterario più sostenuto, con frequenti citazioni da Dante, Petrarca e dal contemporaneo Tasso, e sono opera del celebre filosofo, continuatore della tradizione dell’aristotelismo padovano e sodale di Galileo, che negli spunti della trama inserisce brani di intenso afflato lirico e meditazioni di sapore filosofico.

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