D. STROCCHI, Poesie greche e latine volgarizzate
Dionigi Strocchi (1762-1850), secondo Renato Serra ‘una delle figure più luminose della Scuola classica romagnola’, amico del Monti, del Lamberti, del Costa, di Giovanni Paradisi e di Ennio Quirino Visconti, affidò le proprie speranze d’immortalità, più che ai versi originali, alle proprie versioni poetiche dal latino e dal greco, che gli diedero fama tra i poeti neoclassici italiani e che egli continuò pazientemente a perfezionare fino all’edizione definitiva, il cui nucleo più cospicuo è costituito dalle Bucoliche e dalle Georgiche virgiliane. Alle versioni contenute nell’edizione faentina del 1843, celeberrima quella di Callimaco, che il Carducci dichiarava ‘più bello nelle terzine del romagnolo che negli esametri alessandrini’, fanno seguito, nell’appendice del volume, altre pubblicate in precedenza e non inserite dall’autore nella raccolta, e due componimenti originali latini dello Strocchi seguiti dai volgarizzamenti che ne diede il Monti, il secondo dei quali stampato una sola volta (Pavia 1819) e mai inserito nelle pubblicazioni né nei repertori bibliografici delle opere montiane.