G. CAMILLO DELMINIO, L’idea del Teatro e altri scritti
Giulio Camillo (1480ca. – 1544) fu uno degli ingegni più celebrati del suo secolo, nel contempo fu anche apertamente contestato e non mancò chi, lungi dal considerarlo un genio, lo accusò di ciarlataneria. Queste lodi e queste accuse non concernevano tanto i suoi scritti, quasi tutti pubblicati postumi, quanto il personaggio stesso, circonfuso di un alone di mistero, e il suo famoso progetto, il Teatro della Sapienza. Il Teatro, di cui solo nell’ultima parte della vita, e sotto le insistite richieste di un suo finanziatore, il marchese del Vasto, si rassegnò a mettere in iscritto L’idea, cioè il progetto, consisteva in un edificio ligneo che riproduceva appunto lo spazio del teatro secondo il modello vitruviano, nel quale divisi per ordini e gradi erano sistemati i loci del sapere. Era, in anticipo di due secoli e con ben altri criteri che quelli della successione alfabetica, il progetto di un’enciclopedia universale, la cui ambizione metafisica, esplicitata dallo stesso Camillo, era quella di ‘raccomandare eternalmente gli eterni di tutte le cose che possono essere vestiti di orazione’. Dopo la morte del suo ideatore il Teatro, di cui esisteva certamente un esemplare, ma forse più di uno, andò perduto, e con esso le carte che lo accompagnavano, ma non tutti i manoscritti del Camillo, alcuni dei quali fornirono a personaggi quali il Domenichi, il Dolce, il Porcacchi, l’occasione di veri e propri scoop editoriali. Quelle edizioni cinquecentesche sono appunto da noi riproposte nell’intento di restituire un’immagine più completa e veritiera di quella che il recente ritorno di interesse verso la figura di Giulio Camillo ha fin qui posto in rilievo. Non quella del mago, alchimista e cabalista, cui più volte ci si richiama nel segnalarne alcuni manoscritti esoterici: emerge dai suoi scritti una seria figura di studioso, appassionatamente partecipe del sogno rinascimentale di dar vita a un sistema del sapere strutturato non gerarchicamente secondo il modello della teologia medioevale, ma, richiamandosi alla sapienza degli antichi, secondo il modello retorico di una topica universale.