G. MUZIO, Battaglie per difesa dell’italica lingua
Le Battaglie raccolgono testi composti nell’arco di circa quarant’anni: le tre orazioni Per difesa della volgar lingua, presumibilmente mai pronunciate e databili ai primi anni Trenta del Cinquecento, in cui il Muzio (1496 – 1575) risponde a quelle, De latinae linguae usu retinendo, pronunciate dall’Amaseo nel 1529; la lettera scritta al Cesano e al Cavalcanti e quella a Renato Trivulzio, la prima sulla superiorità dello stile del Boccaccio su quello del Machiavelli, la seconda contro le tesi sostenute nel Cesano dal Tolomei; quella del 1572 al Veniero per criticare l’edizione parigina del Corbaccio curata dal Corbinelli; la Varchina, composta tra il 1573 e il 1575, ove, a partire dalla polemica contro l’Ercolano del Varchi in nome dell’italianità della lingua volgare, il Muzio estende le proprie osservazioni alle opere del Castelvetro, del Dolce, del Ruscelli; e un commento al Petrarca anch’esso scritto nel 1575, poco prima della morte. I testi corredati di note essenziali, indici delle materie e riferimenti a margine dei passi citati dell’Ercolano, offrono un’importante testimonianza di quella che fu nel dibattito linguistico cinquecentesco la posizione rigorosamente anti-toscanista di un ‘animo veramente italiano’, come il Muzio ebbe a definirsi, colorando di sentimento patrio la sua battaglia a favore della ‘lingua degli scrittori’.