A. TESAURO, La sereide

Frontespizio della cinquecentina

Frontespizio della cinquecentina

L’opera del Tesauro (1558 – 1621), cui fino al Settecento fu assegnato un luogo di tutto rispetto nella storia del genere didascalico, fu composta intorno al 1585 e in quell’anno stampata per celebrare le nozze tra Carlo Emanuele e Caterina d’Austria, dedicataria del poemetto. La sua riproposta può servire a meglio conoscere il rapporto tra i centri vitali del Rinascimento italiano e una regione ‘di confine’, qual era allora il Piemonte sabaudo, consentendo di anticiparne di alcuni lustri, rispetto all’età dei soggiorni tassoniano e mariniano, l’ingresso nella più aurea storia della cultura italiana. La nostra epoca è forse la meno adatta ad apprezzare l’opera del Tesauro, perdurando ancora il pregiudizio moderno contro il classicismo didascalico. Nella Sereide si cercherà invano l’effusione lirica dell’io, e altrettanto inutilmente si cercherà il gioco ‘creativo’ della manipolazione verbale. Res e verba tendono qui a un’adesione la più stretta possibile, dalla quale tuttavia escono egualmente belle pagine di poesia.

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